Trapianto cuore-polmoni

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Cos’è il trapianto cuore-polmoni?

Il trapianto cuore-polmoni è un delicato intervento chirurgico pensato per individui con condizioni cardiache e respiratorie potenzialmente fatali. In questa procedura, i chirurghi sostituiscono il cuore e i polmoni danneggiati di un paziente con organi sani provenienti da un donatore deceduto.

Il ricevente degli organi è una persona la cui sopravvivenza è seriamente compromessa se non riceve un trapianto entro uno o due anni. Il donatore, invece, è clinicamente dichiarato cerebralmente morto ma continua a essere mantenuto in vita tramite supporto vitale.

Negli Stati Uniti, solo un numero limitato di trapianti cuore-polmoni viene eseguito ogni anno. La scarsa disponibilità è dovuta principalmente alla mancanza di donatori idonei, poiché i criteri per la donazione combinata di cuore e polmoni sono più stringenti rispetto a quelli per la donazione del solo cuore. Infatti, solo un piccolo numero di persone qualificate per la donazione del cuore soddisfa anche gli standard necessari per la donazione di entrambi gli organi.

Donatori idonei di cuore-polmoni hanno generalmente meno di 50 anni, non hanno mai avuto problemi cardiaci o polmonari, e sono privi di malattie infettive. È fondamentale che donatore e ricevente abbiano misure corporee simili affinché gli organi possano essere compatibili in termini di dimensioni. Inoltre, i polmoni del donatore devono essere elastici e sani, con esami radiografici del torace normali e gruppi sanguigni compatibili tra donatore e ricevente.

A cosa serve il trapianto cuore-polmoni?

Questo particolare trapianto è indicato per trattare malattie polmonari irreversibili e potenzialmente mortali, associate a significativi problemi cardiaci. Per quei pazienti dove le altre opzioni terapeutiche si sono rivelate inefficaci, il rischio di mortalità entro 12-24 mesi rimane elevato, anche se supportati da ossigeno e medicinali. Negli Stati Uniti, il trapianto cuore-polmoni viene effettuato principalmente per le seguenti condizioni:

  • Difetti congeniti che colpiscono cuore e polmoni, come la sindrome di Eisenmenger
  • Ipertensione polmonare primaria, una condizione che aumenta la pressione nei vasi sanguigni del polmone, influenzando il flusso sanguigno e lo scambio di ossigeno
  • Fibrosi cistica
  • Altre cause meno frequenti includono enfisema, sarcoidosi, granulomatosi eosinofila, asbestosi e fibrosi polmonare idiopatica

Preparazione per il trapianto

Un candidato per il trapianto cuore-polmoni deve soddisfare specifici criteri. Pur variando leggermente tra diversi programmi, il profilo tipico di un candidato include:

  • Età pari o inferiore a 55 anni
  • Alto rischio di morte entro uno o due anni senza il trapianto
  • Assenza di altre patologie potenzialmente letali come gravi malattie renali, infezioni attive, HIV, cancro, oppure significativi problemi neurologici o circolatori
  • Stabilità emotiva
  • Impegno nel seguire un rigoroso programma di dieta, esercizio e assunzione di farmaci
  • Nessun uso massiccio di farmaci steroidei
  • Nessun intervento chirurgico precedente al torace (anche se questo criterio può essere controverso)

Il paziente sarà sottoposto a una valutazione dettagliata comprendente esami fisici, radiografie del torace, scansioni cardiopolmonari, test di funzionalità polmonare, cateterismi cardiaci e biopsie. Queste analisi aiutano a confermare la presenza di condizioni cardiopolmonari critiche non trattabili con farmaci.

Esami del sangue aiutano a valutare la funzionalità renale, l’eventuale presenza di anemia o altri problemi ematici e a escludere malattie virali come l’HIV, l’epatite, il virus herpes simplex e il citomegalovirus. La tipizzazione del sangue e dei tessuti, necessaria per trovare un donatore compatibile, viene anch’essa effettuata.

Procedura chirurgica

Durante l’intervento, si inserisce una linea endovenosa (IV) per somministrare liquidi e farmaci. Il paziente viene posto sotto anestesia generale. Il chirurgo esamina il cuore e i polmoni del donatore per assicurarsi che siano idonei. Viene effettuata un’incisione a forma di conchiglia nel petto del ricevente e una macchina cuore-polmoni assicura la circolazione sanguigna durante l’operazione. Gli organi malfunzionanti vengono rimossi e sostituiti con quelli del donatore, che vengono quindi cuciti in posizione.

I nuovi polmoni vengono delicatamente gonfiati. Raffreddati per la conservazione, quando raggiungono la temperatura ambiente, il nuovo cuore potrebbe iniziare a battere naturalmente. Altrimenti, il chirurgo lo stimola con una scossa elettrica. Una volta verificato il buon funzionamento dei nuovi organi e controllata l’emorragia, il paziente viene disconnesso dalla macchina cuore-polmoni. Il torace viene chiuso e il paziente trasferito nell’unità di terapia intensiva cardiochirurgica.

Dopo alcuni giorni in terapia intensiva, il paziente viene trasferito in una stanza privata per un seguito di degenza ospedaliera di circa due settimane.

Assistenza post-operatoria

Prima delle dimissioni, il medico prescrive farmaci per prevenire infezioni e ridurre il rischio di rigetto degli organi. Viene stabilito un calendario di visite di controllo. In caso di domande o sintomi inaspettati dopo il trapianto, è importante contattare immediatamente l’équipe medica, disponibile 24 ore su 24.

Rischi associati

Circa il 64% dei pazienti sopravvive oltre i tre anni successivi all’intervento. Nel periodo subito dopo il trapianto, alcuni pazienti potrebbero sperimentare episodi di rigetto degli organi, che sono trattabili con farmaci come i corticosteroidi. Come per qualsiasi intervento chirurgico, esiste il rischio di infezioni ed emorragie. Gli organi del donatore potrebbero non funzionare propriamente. Nel 30-50% dei pazienti, una forma cronica di rigetto (bronchiolite obliterante) può compromettere i nuovi polmoni, causando difficoltà respiratorie non facili da trattare.

Quando contattare un medico

Dopo il rientro a casa, contattate immediatamente il medico se si verificano sintomi come:

  • Dolore al petto, difficoltà respiratoria, vertigini o aritmie
  • Febbre
  • Arrossamento, gonfiore, dolore o sanguinamento dell’incisione chirurgica